Abusi sessuali nel tennis: condannato un allenatore e USTA citata in causa

Il centro USTA di Lake Nona, Florida

Lo sport americano, in particolare il pattinaggio artistico, è stato scosso negli ultimi mesi da uno scandalo che ha svelato una cultura di abusi sessuali ripetuti perpetrati dagli allenatori nei confronti delle ragazzine facenti parte delle squadre nazionali, le quali per paura di essere messe fuori squadra hanno mantenuto il segreto per lunghi anni a proposito delle violenze subite.

Le indagini che hanno portato alla scoperta dei colpevoli di questi reati hanno avuto come protagonista centrale lo “US Center for SafeSport”, un’associazione creata nel 2014 da parte del Comitato Olimpico statunitense con il supporto di quasi tutte le federazioni sportive nazionali del Paese. Tutte tranne una: la USTA, infatti, sosteneva all’epoca che una federazione avrebbe dovuto avere la possibilità di gestire il monitoraggio di queste situazioni, essendo maggiormente a conoscenza delle varie dinamiche e dei problemi specifici del singolo sport.

Nonostante abbia poi modificato la sua posizione e a partire dal 2017 abbia iniziato a sostenere lo US Center for SafeSport, la USTA si trova ora al centro di un contenzioso legale che coinvolge il quartier generale di White Plains (nello stato di New York) e la sua sezione regionale della California del Nord a causa delle accuse avanzate da un tennista ora diciannovenne, Stevie Gould, che sostiene di aver subito abusi sessuali dal suo maestro Normandie Burgos, 56 anni, il quale per due anni lo ha costretto a rapporti sessuali anche durante le trasferte per i tornei USTA e la Federazione non ha fatto nulla per verificare le sue credenziali (era già stato coinvolto in accuse simili e gli era stata revocata la licenza) e per controllare il suo operato.

L'articolo completo è su Ubitennis

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